15 Marzo 2020
Il premier Netanyahu barrica il Paese. La geo-localizzazione per monitorare i contagiati. L’opposizione protesta: va rispettata la privacy dei cittadini
«E’ una guerra», proclama. E della guerra vuole usare gli strumenti «per combattere questo nemico invisibile». Quasi ogni sera all’ora della cena il premier Benjamin Netanyahu appare in diretta televisiva e comunica agli israeliani le ultime restrizioni per fermare la diffusione del Covid-19, fino a questo momento i casi sono 200: scuole, università, bar e ristoranti chiusi, proibiti i raggruppamenti di più di 10 persone, già nelle scorse settimane il governo aveva deciso di obbligare alla quarantena chiunque arrivasse dall’estero, la maggior parte dei voli sono stati cancellati. Come altri Paesi anche Israele si sta barricando per provare a rallentare la diffusione del virus.
Soprattutto Netanyahu vuole poter utilizzare i sistemi di sorveglianza tecnologica che lo Shin Bet, i servizi segreti interni, usano «nella guerra al terrorismo, è la nostra nuova sfida». In sostanza monitorare chi sia risultato positivo: con la geo-localizzazione è possibile individuare i luoghi dove queste persone sono passate e controllare che non violino il periodo di isolamento a casa. Il procuratore generale dello Stato ha dato l’approvazione alle misure speciali, mentre lo Shin Bet garantisce che non verrà violata la privacy e le informazioni non saranno sfruttare per imporre la quarantena. Dovrebbero servire a ricostruire la mappa degli spostamenti degli infettati.